29 Set Creare una newsletter che non finisca nello spam
Tra tutti i modi per comunicare e diffondere i propri post ce n’è uno che è molto efficiente. Sappiamo che tutti i nostri amici, followers, likes della pagina Facebook (anche se non amo chiamarli così) ecc, possono essere definiti tutti dei canali di comunicazione molto forti per diffondere e condividere i nostri contenuti.
Quello di cui parlavo prima non è tra questi. Eh no. Infatti, sto parlando proprio della tanto preziosa newsletter. Si tratta di un bene prezioso che bisogna creare per fidelizzare gli utenti, quelli più “stretti” e interessati.
Credo che la newsletter sia lo strumento di comunicazione che deve essere presente in ogni blog o sito (che sia) e, soprattutto, dev’essere ben curata, poiché è proprio da lì che deriveranno i contatti più “fedeli”. È come se filtrasse tutti i visitatori al nostro sito, fungendo quasi da garanzia.
Ogni volta che ricevo l’email di notifica da parte di un nuovo iscritto, credo che quel nuovo iscritto si sia talmente interessato ai contenuti del mio blog che non abbia potuto fare a meno di iscriversi. Ecco, è proprio questo il motivo per cui oggi ti illustrerò i vari passaggi per creare una newsletter che non finisca nello spam.
Il punto è: “Ok “embeddo” il form dell’iscrizione nel mio sito e il gioco è fatto.” No! Niente di più sbagliato. Assolutamente! Una newsletter deve poter soddisfare determinati criteri affinché possa ricambiare quella preziosa iscrizione di ogni utente. È un po’ come se l’utente ci desse la sua fiducia (nel seguirci) e noi dovremmo saper coltivarla: sia la fiducia ché l’utente in prima persona.
Ecco perché creare una newsletter non è un’azione che va compiuta con superficialità, né con sistemi programmati di feed RSS che leggono in automatico i post che scriviamo, ecc inserendo i link a caso nell’email (e magari anche con pessimi layout) e inviando.
La newsletter è qualcosa di più, un ennesimo elemento da cui possiamo beneficiare se sfruttato in modo corretto.
Anche perché diversamente può capitare che finisca diretta nella posta indesiderata, nonché il tanto odiato SPAM, di cui ne è sempre pieno il contenitore della nostra casella di posta elettronica. Ovviamente noi non vogliamo che la nostra newsletter faccia parte di quella brutta cernita, per cui cerchiamo di capire come sia possibile evitare che accada questo.
Riconoscere lo SPAM
Tutti i destinatari iscritti alla nostra mailing list avranno (ognuno per sé) un servizio di antispam, o qualcosa che filtri le email e le categorizzi in base a dei parametri, selezionandole come nocive, indesiderate o poco sicure.
Ovviamente a noi non è dato sapere se la nostra newsletter arrivi nel loro SPAM, ma possiamo evitare che ciò avvenga.
Punteggio SPAM
Tutti questi filtri antiSPAM sono in grado di riconoscere il “rischio” che può portare ogni email. A questo punto, ogni servizio, dà una sorta di voto che indica se il messaggio email può essere o no contrassegnato come SPAM e quindi finire nella posta indesiderata:
quando il risultato del processo dà come valore -5 l’email della nostra newsletter può essere considerata pulita, senza ombra di dubbio;
un valore più alto, come ad esempio +3 può già “far storcere il naso” e risultare sospetto (con rischio che venga archiviata tra lo SPAM);
un valore che va verso il +8 sicuramente intaccherà la nostra mail, che andrà così a finire nello SPAM al 100%.
Ovviamente, come dicevo prima, questi non sono valori standard uguali per tutti. Ogni destinatario può decidere di impostare valori differenti a seconda delle proprie preferenze, applicando regole più restrittive o no. Rimane comunque il fatto che dobbiamo difendere la nostra newsletter dallo SPAM.
Cosa evitare di fare assolutamente
Come dicevo prima, tutti i vari servizi di antispam hanno dei parametri diversi con cui verificano la validità di ogni email, tra cui:
cercare di evitare termini “tabù” (per una newsletter) tipo: sesso, sex, viagra e altri termini simili, insomma che potrebbero confondere il sistema di filtraggio;
sempre allo stesso proposito, quindi con parole non accettate, accade anche con le immagini che, attraverso una scansione OCR, verranno analizzate per confermarne la conformità in base ai parametri;
se l’email sarà costituita da sole immagini e il testo è presente in quantità insufficiente, probabilmente l’email passerà come indesiderata;
da quali server proviene il messaggio email della newsletter, per verificare che non derivi da server presenti in blacklist internazionali.
Cosa è consigliato fare
Ora che abbiamo cercato in qualche modo di capire quali possono essere i punti da tenere sotto controllo per evitare che una newsletter finisca nello SPAM, cerchiamo di capire quali sono le considerazioni da fare per far sì che la nostra email arrivi dritta nella casella di posta principale:
un po’ come per controversia rispetto ai punti precedenti, troviamo sicuramente la necessità di inserire un testo che sia cospicuo e che non sia scarsamente insufficiente in termini di quantità. Quindi aggiungere in base alle immagini una buona sostanza di testo;
aggiungere l’oggetto della neswletter;
è sempre obbligatoria la mail di conferma per l’iscrizione (double opt-in);
evitare termini “negativi” (come quelli visti in precedenza).
Questo è tutto. Io personalmente utilizzo il servizio offerto da MailChimp e devo dire che mi trovo molto bene, sia per la fase di creazione della newsletter, ma anche per tutto il resto del processo. La possibilità di gestire le newsletter direttamente dal mio smartphone/tablet grazie alle applicazioni ufficiali, mi dà piena possibilità di lavorarci anche in mobilità.